Venerdì si terrà a Camporeale un’iniziativa per il 70° anniversario della morte di Calogero Cangelosi, segretario della Camera del Lavoro di Camporeale ucciso a 41 anni dalla mafia del feudo a pochi giorni di distanza da Placido Rizzotto, eliminato a Corleone il 10 marzo 1948, e da Epifanio Li Puma, ucciso a Petralia Sottana il 2 marzo dello stesso anno.
La manifestazione commemorativa si apre alle ore 9,30 con la deposizione di una corona d’alloro in piazza Cangelosi e saranno presenti per la prima volta, assieme ai familiari che vivono da tempo a Grosseto, il segretario generale della Cgil di Grosseto, Claudio Renzetti e il segretario generale della Cgil Toscana Maurizio Brotini.
Alle 10,30, nella sala consiliare, il dibattito. Porteranno i saluti Rosalia Bonura, segretario Camera del Lavoro di Camporeale e Daniele Maggio, dirigente scolastico. Coordina Dino Paternostro, responsabile Legalità per la Cgil Palermo. Al confronto intervengono: il sindaco del Comune di Camporeale Luigi Cino, don Luca Leone, sacerdote delegato dell’arcivescovo di Monreale, Sonia Grechi, nipote di Calogero Cangelosi, Giuseppe Di Lello, ex magistrato, Claudio Renzetti, segretario generale della Camera del Lavoro di Grosseto, Filippo Cutrona, segretario generale Cgil Trapani, Maurizio Brotini, segretario generale Cgil Toscana, Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo e Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia, che conclude con il suo intervento la giornata.
Cangelosi fu ucciso il primo aprile del ’48. Con gli omicidi dei tre dirigenti sindacali Li Puma, sulle Madonie, Rizzotto a Corleone e Cangelosi a Camporeale, la mafia sferra il suo colpo decisivo contro le frange più organizzate del movimento contadino della Sicilia occidentale. “Cangelosi fa parte dei 36 morti che ha avuto la Cgil tra il ‘45 e il ‘66 e che stiamo ricordando, alcuni per la prima volta in questi anni, per strappare le loro storie dall’oblio – dichiara Enzo Campo – L’antimafia ha origini antiche. Risale al periodo successivo al movimento contadino dei fasci siciliani, alla storia di questi pionieri che, sapendo di essere nel mirino e completamente indifesi, si sono battuti per portare avanti i loro ideali, gli ideali dei contadini e della gente comune, rimettendoci la pelle”. “É importante che in nome dei valori per cui si batteva, il lavoro, la giustizia e la solidaretà – dichiara Dino Paternostro – Calogero Cangelosi sia ricordato, a 70 anni dal suo sacrificio, insieme dalla Camera del Lavoro di Palermo e dalle Camere del lavoro di Grosseto e Trapani, dalle istituzioni e dagli alunni delle scuole. La costruzione di questi significativi ‘ponti della memoria’ sono necessari oggi per dare nuovo impulso alla lotta per affermare la legalità, la libertà e la democratica e conquistare lavoro e diritti”.